Sezione di Udine

Dopo oltre settant’anni dalla fine della seconda guerra mondiale, non è facile trovare ancora diari o memorie inedite, scritte da chi ebbe modo di vivere in prima persona quegli avvenimenti; in particolare poi, se si tratta di semplici militari – in questo caso addirittura un conducente di muli – che, giorno dopo giorno, riuscirono a trascrivere su quadernetti o fogli volanti, quanto accadeva loro intorno.
E’ quello che è riuscito a fare l’alpino Luigi Ceschia (Pulzut) classe 1912, nato e cresciuto a Coja di Tarcento, alpino nel Btg. “Cividale”. Inviato in Albania nel mese di aprile del 1940, vi rimane fino all’ottobre dello stesso anno, per essere infine rimpatriato con la sua classe. Dopo un breve periodo trascorso a casa, Luigi Ceschia venne richiamato e spedito in Russia, assieme ad altre migliaia di alpini. Anche in Russia, Ceschia riuscì, in modo spesso fortunoso, a registrare gli avvenimenti quotidiani di cui era partecipe, e queste note ci permettono ancora una volta di rivivere in prima persona quella tragica campagna che andò come tutti ben sappiamo.

Pubblicato da Aviani & Aviani editori

 

I muli nella steppa

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