Come oramai sappiamo tutti, il mondo è stato colpito da una pandemia che ci ha imposto di cambiare in parte o in toto, comportamenti, usi ed abitudini che consideravamo ormai come naturali.
Tutto ciò è andato a ripercuotersi anche sul mondo del volontariato, ed in particolare su una attività principe del volontariato di Protezione Civile: il soccorso della popolazione colpita da calamità.
Alla luce di tutte le nuove norme emanate in relazione al contenimento della diffusione del virus SARS-COV2, ed alle linee guida emanate per la riapertura di bar e ristoranti, la Protezione Civile della Sezione di Udine ha intrapreso un percorso che l’ha portata a riprogettare le strutture della propria cucina da campo, per cercare di garantire il più possibile la sicurezza dei volontari impegnati all’interno della struttura di cucina e al contempo evitare, involontarie trasmissioni di virus o contaminanti alimentari tra le persone a cui si sta prestando soccorso.
Uno dei primi punti di arrivo di questo percorso è stata la giornata di addestramento/informazione tenutasi il primo agosto di quest’anno, presso la sede del Gruppo alpini di Udine Sud. Tre relatori, il coordinatore della PC Ana di Udine Luigi Ziani, il vice coordinatore della PC ANA di Udine Mauro Tollon, ed il dott. Daniele Sisto dell’ASS di Pordenone, ciascuno per la propria parte di competenza, hanno parlato ai volontari intervenuti, appartenenti a tutte le Sezioni Ana del Friuli Venezia Giulia, delle nuove norme introdotte, della sicurezza sui luoghi di lavori in uno scenario di pandemia e dei problemi e delle procedure di sanificazione dei luoghi di lavoro.
Tutto questo anche alla luce dell’esperienza maturata dai volontari della Sezione di Udine nel corso del turno di servizio prestato, in veste di supporto logistico, presso l’ospedale da campo Ana che ha operato presso l’area fieristica di Bergamo durante il periodo più duro dell’emergenza sanitaria, creatasi al diffondersi del Coronavirus.
I relatori hanno ribadito quanto già appreso da tutti quanti in questi mesi, ovvero quali sono le modalità di trasmissione del contagio, attraverso le goccioline di vapore emesse durante la respirazione, inalate direttamente o raccolte da superfici su cui si sono depositate, ma anche quali sono i comportamenti da tenere per limitare la trasmissione del contagio, ovvero distanziamento, uso di mascherine e guanti.
Lo studio effettuato sui problemi che la pandemia ha creato a chi opera in situazioni di emergenza ha evidenziato inequivocabilmente, che il numero di persone che possono sedersi a pasto contemporaneamente nel refettorio deve essere ridotto drasticamente allungando di molto il tempo necessario per fornire i pasti alle persone ospitate in un campo di accoglienza, e in più si è anche incrementato l’impegno richiesto ai volontari addetti in servizio in cucina. In particolare si è fatto rifermento alla necessità di una continua sanificazione degli ambienti comuni usati dagli ospitati, alle corrette procedure da seguire per effettuarla, uso di DPI e tipologia di prodotti da impiegare. Va da se che un aumento dei compiti porta con se anche ad un aumento dei volontari necessari al corretto funzionamento dell’intera struttura della cucina.
Si è anche discusso oltre che sulla riorganizzazione del lavoro all’interno della cucina, per adattarlo ai tempi più diluiti, imposti dal minor numero di persone servibili contemporaneamente, anche sulle strutture realizzate per contenere il diffondersi di contagi e contaminazioni, e agli accorgimenti pensati per evitare che gesti istintivi possano causare il diffondersi di virus, ad esempio usare la stessa bottiglia di olio ed aceto, o usare lo stesso contenitore per il sale e pepe, per il condimento dei cibi, e altri argomenti correlati.
Per il momento tutte queste cose sono state spiegate ai responsabili della cucina e ad alcuni addetti delle principali squadre di intervento. Un po’ alla volta tutti gli addetti che opereranno in cucina ne dovranno essere a conoscenza e con l’addestramento dovranno far diventare naturali molti dei comportamenti da tenere di cui si è parlato durante l’incontro del primo agosto.