Il Gruppo alpini di Mortegliano – che registra una prima costituzione nel 1932 (ma le notizie a riguardo sono un po’ confuse) – risorge ufficialmente nel biennio 1955-56. Vissuta la terribile esperienza della seconda guerra mondiale su diversi fronti, Russia compresa, le locali penne nere vogliono rafforzare quei sentimenti di fratellanza, condivisione del dovere e solidarietà nati e cementati durante le vicende belliche. Certo, c’è il ricordo dei caduti, delle sofferenze e delle glorie del passato ma lo sguardo è anche rivolto in avanti e punta al futuro, alla generosità verso il prossimo e alle richieste di aiuto. Promuovono l’iniziativa di un’unica grande famiglia alpina in maniera trasversale, coinvolgendo generazioni distanti, dai reduci dell’altra guerra ai giovani che sempre più sono chiamati al servizio di leva fra le truppe di montagna. Li muove lo spirito delle penne nere e i valori che lo contraddistinguono.
Una decina d’anni sono trascorsi dalla fine dell’ultimo conflitto ma per i fondatori è stato un tempo necessario per recuperare serenità, consolidare i rapporti famigliari e lavorativi, raccogliendo i primi frutti di un’esistenza tornata finalmente sui binari della democrazia e dello sviluppo socio-economico.
In quei primi tempi il Gruppo può contare, fra i tanti, sulla figura umile e degna di Francesco Ferro Chechi Lole, classe 1915. Da allora, com’è tradizione per ogni Gruppo Ana, in una serie infinita di interventi e slanci, anche le penne nere morteglianesi – tramite la memoria di chi li ha preceduti, la partecipazione al vivere comune e l’impegno verso gli altri – hanno fatto valere tra i singoli e nella società civile le grandi motivazioni della loro disponibilità, dell’amicizia e della fedeltà alle tradizioni. Un ruolo positivo, di grande senso pratico riconosciuto da tutti.
Da quel lontano biennio si sono avvicendati nella carica di capogruppo Alcide Brescian, Luigino Paroni, Virgilio D’Ambrogio, Alcide Borsetta, Renzo Vesca e l’attuale Antonino Zanello.